ATTRAVERSO il FISICO
L’ESSERE e il DIVENIRE A PARTIRE DALLA MATERIA DENTRO e FUORI di ME
Dagli enti all’essere, dalla fisica alla post-metafisica?
Pensare il pensiero – frutto, ospite e compagno del corpo – è un modo per comprendere non solo i sogni o i costrutti mentali, ma anche il nostro relazionarci con gli altri, con la realtà, con il mondo. Il senso del pensare parte da oggetti o enti pensati, dalla consapevolezza di non sapere che si accompagna al desiderio di sapere. Un desiderio di bellezza, di arte, di comprendere la Parola. Ma non di arte come vita, piuttosto di vita come arte del mestiere di vivere.
Un pensiero che dialoga con sé per trovare le parole in grado di comunicare un concetto, ciò che va oltre l’istinto di sopravvivenza della specie, il piacere, le percezioni e la fisicità delle cose, ciò che muove e si muove nella direzione della consapevolezza di senso dell’esserci.
Siamo evolutivamente esseri fisici funzione della specie chiamati a fare l’amore per far venir fuori qualcuno che arrivi a pensare anche oltre. Tra destino e libero arbitrio.
Quando pensiamo stabiliamo una relazione tra noi e il mondo, una relazione che dà luogo a discorsi e a dialoghi, cioè oggetti immateriali in sé (cose astratte come sono i numeri). Questo pensiero che diventa parola assomiglia a un qualcosa che si può identificare come il POSTFISICO, qualcosa che nasce e cresce dalla fisica. Esso si distingue dalla “cavallinità”, o dal mondo delle idee di antica memoria, l’altra faccia del singolo specifico “cavallo” in sé, in quanto percezione e concezione della relazione che va oltre la relazione, all’essere e al divenire delle cose. Un pensiero che viene sicuramente dal materiale grigio del cervello, da un DNA, e si muove come insiemi di informazioni, di immagini simbolo, di parole attribuite alle cose che sono espressione di consapevolezza dello spirito della vita.
Non quindi un’anima immortale staccata dal corpo come immaginata da Platone e ripresa da tanti altri di cui non abbiamo evidenze, ma la relazione che una persona ha con il corpo, con sé e col mondo, e che dà luogo a oggetti, pensieri, a prendere atto della presenza di “enti” intorno a sé. Vita vissuta, forse eterna in sé, relazioni espresse da discorsi contenuti in riti, miti, costumi, arte, cose che hanno vita e linguaggi propri: autonomia e caso. Come gli oggetti materiali che ci circondano, questi concetti esistono e storicamente evolvono verso una consapevolezza oltre le stesse persone che li hanno creati con la mente e con il cuore.
I discorsi esprimono relazioni sociali, la cultura agente e la cultura agita tra storia collettiva e storia individuale che evolve a caso o forse secondo regole che in gran parte non conosciamo. La ricerca umana che continua, che mette in discussione e innova conoscenze, tradizione, cultura.
Una ricerca che serve soprattutto per comprendere il senso della tecnica, del fare strumenti, principale espressione degli umani, che non trova evidenze nella metafisica ma dentro la fisica e nel tempo dell’uomo.
Per questo non si può prescindere dal prendersi cura del pensare, del discorrere con sé e con gli altri. Anche perché il discorso, la parola umana, oltre che per simulare o sbeffeggiare, ci dà la possibilità di tirare fuori tutto quello che abbiamo dentro di noi, di capire e di dire la comprensione di quello che ci appare come un libero pensiero. Un pensiero semplice, evidenza di sé stesso che forse è parente del Verbo o Parola che c’è all’origine e nel mondo, che non vediamo e a volte intravediamo come il senso delle cose .
Tags In
Related Posts
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.