QUADRO
Fascia di prezzo: da €1 a €9
Vaso di margherite: FOTO di DETTAGLIO del QUADRO
I due oggetti-immagine, il quadro e la foto, puntano “l’OBIETTIVO” con prospettive diverse a quattro questioni:
1. la BELLEZZA o l’ARTE è del quadro o è nel quadro e nella foto? È bello ciò che è rappresentato (lo still life, la natura “morta”, la vita fermata delle margherite) o il quadro, come è rappresentata la realtà?
2. qual è il rapporto tra FOTO e QUADRO? la foto è solo una riproduzione, una copia, sostanzialmente gratuita, che rende usufruibile e conserva i dati apparenti del manufatto come documento digitale? Appunto di viaggio visivo o foto ricordo. Una copia meccanica della realtà o la finzione di un quadro?
3. una riproduzione o una copia digitale è godibile come un originale? Ma allora il MERCATO che distingue le opere tra quelle uniche, preziose e per pochi, da quelle diffuse, accessibili a tutti a prezzi modici è solo un’impostura consumistica che guarda ai portafogli?
4. il quadro di un imbianchino, così come il piatto di tortelli di zucca di una cuoca non stellata o la foto di un dilettante fotografo, se ben fatti, sono o non sono arte? Sono vita con arte e arte del vivere?
- Un quadro è il prototipo se non lo stereotipo dell’opera d’arte, del bello ripreso dalla natura e dell’immaginare, del dare forma alle cose. Il primo giudizio o pre-giudizio del quadro è relativo alla perfezione o meno dell’imitazione, dell’impronta presa alla natura come se fosse possibile prendere materialmente l’impronta allo sguardo, alle idee.
- La foto esaltando dettagli e facendo accostamenti esprime le emozioni provate davanti al quadro e diventa essa stessa un’opera. Inoltre, a parte il prezzo e la questione dei diritti d’autore e del diritto a copiare, dei Nft (Non Fungible Token, cioè oggetti scambiabili, ma non riproducibili), la riproduzione fotografica, mimetica o meno, permette di godere di un’opera come se fosse l’originale anche quando questo è distrutto e in più consente di smontarla, scomporla, re-immaginarla, di personalizzarla.
- Le opere sono tutte uniche. Ogni registrazione del reale con riproduzioni e fotografie permette una disponibilità illimitata e quasi gratuita dell’immagine. Poi le cose tanto più sono riprodotte tanto più diventano icone, anche se non tutte lo sono.
- Un’opera con arte è semplicemente un fare creativo con più o meno cura o SAPER FARE e COMBINARE, per cui tutti quelli che fanno cose ben fatte, funzionanti all’uso, e si sentono un pò artisti spesso insoddisfatti, dovrebbero essere considerati tali. In particolare penso al samaritano che continua a scendere da Gerusalemme a Gerico e cerca di riconoscersi prossimo a chi incontra. Se non si è un po’ artisti è impossibile trovare la motivazione a fare bene le cose fino in fondo. Ciò che cambia per le opere e i loro autori è il loro riconoscimento sociale. Ma questo fino a che punto è veramente importante?
QUADRO (misure 80×60) di Bruno Davolio. Le margherite sono esplosioni, fuochi d’ARTIFICIO. L‘autore, di mestiere imbianchino, come ogni vero pittore, sia naif che concettuale, può essere occasione per apprendere a vedere il mondo.
Poesia “Gli imbianchini sono pittori” di Attilio Bertolucci
Arrivò prima il figlio, in quell’ora
lucente dopo il pasto il sole e il vino,
eppure silenziosa, tanto che
si sentiva il pennello sul muro
distendere il celeste. Non guardava
fuori, la sua giovinezza
e salute gli bastava, attento
alla precisione dei bordi turchini
entro cui asciugando già l’azzurro
scoloriva com’era giusto. Allora
venne il padre che recava uno stampo,
il verde il rosso e il rosa,
e la stanchezza degli anni e il pallore.
Doveva su quel cielo preparato
con cura far fiorire le rose,
ma il verde stemperato per le foglie
non gli andava, non era un verde quale
ai suoi occhi deboli brillava all’esterno
con disperata intensità appressandosi
la sera che si porta via i colori.
Le corolle vermiglie ombrate in rosa
fiorirono più tardi la stanza,
una qua una là, accordate
alle ultime dell’orto, e il buio,
fuori e dentro, compì un giorno
non inutile che lascia a chi verrà,
e dormirà e si sveglierà fra questi
muri, la gioia delle rose e del cielo.
Seduti sulle spalle dei nostri predecessori, come “nani sulle spalle di giganti” o sul … web, nel procedere della nostra vita impariamo l’arte di fare qualcosa.
Forse impariamo un mestiere imitando, copiando al meglio e quindi concettualizzando delle conoscenze, cioè diventando consapevoli di quello che facciamo o vorremmo fare, non necessariamente da esibire per essere arte ma che si aggiunge, si deposita e si disperde nel patrimonio collettivo.
# Il FILO a PIOMBO o SEQUENZA di sguardi/oggetti per un discorso: “Dall’originale alle foto, al pensiero oltre le apparenze dell’oggetto”
DIRITTI D’AUTORE:

2 recensioni per QUADRO
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ig –
Alto
Enrico –
Oggetto esemplare dell’arte della cura come cura dell’obiettivo e efficacia