OGGETTI MATERIALI e OGGETTI IMMATERIALI

Gli oggetti parlano, raccontano vicende umane e noi impariamo da loro non tanto studiando ma soprattutto dal fare e dal toccarli con le mani e con il cuore (per la distinzione tra cose materiali e immateriali vedi punto 6.3 del progetto infoGRANAIO).

Il digitale ha dematerializzato non solo la carta, ma anche gli oggetti. Ha cambiato la natura delle cose, oltre che moltiplicato le immagini e le informazioni che ci vengono incontro negli schermi, che ci circondano e rappresentano la realtà percepita. Ma la corporalità di chi opera, di chi guarda, di chi pensa e vede il progetto delle cose resta. Per questo gli oggetti immateriali sono percepibili grazie ad una loro base materiale e gli oggetti materiali sono comprensibili per il loro portato immateriale. Le cose materiali e immateriali si richiamano e vanno tenute insieme per essere capite.

Servono sguardi indagatori e selettivi per vedere le cose e le storie che esse raccontano. Sguardi morali o ecologici che si allenino a muoversi nel caotico irrompere delle informazioni e delle immagini.

Se è vero che l’esperienza di sé e degli altri nasce dall’incontro con gli oggetti, in particolare con le opere dell’uomo, e poiché le opere sono sia materiali che immateriali cioè completamente rappresentate e percepibili come dati digitalizzati, è utile sapere vedere le une senza dimenticare come guardiamo le altre e viceversa. Tirare fuori le concezioni dalle percezioni delle cose. Mettere insieme astrazione e fisicità. Togliere gli ammennicoli e cogliere l’ambiente, la prospettiva storica, i contesti di tempo e spazio che danno significato alle opere.

Una vanga, la cosiddetta cultura materiale, quella espressa dalle opere delle classi subalterne, trova un’altra scrittura e modalità informativa per esprimere il proprio pensiero, le informazioni dell’esperienza rappresentata. La fisicità delle cose resta per questo fondamentale per leggere gli oggetti immateriali, indica come raffigurarli, vederli.

Progetti, concetti e significati

L’estrazione dei “significanti” delle cose allinea le due tipologie di oggetti, materiali e immateriali. La questione dell’OBIETTIVO espresso con le opere diventa centrale nelle due casistiche. Il disegno concettuale nasce insieme dall’obiettivo del progettista/costruttore e dall’obiettivo dell’utilizzatore e determina l’efficacia dello cose. 

Il citato Documento di partenza del Progetto infoGRANAIO  esplicita le principali questioni affrontate e da affrontare per l’individuazione delle cose con arte della cura: Ci vuole arte per esprimere progetti e usi efficaci di cose. Cose che servono. Anche o soprattutto per pensare nel corso del tempo.”

Una volta preso atto della ridondanza di oggetti e di dati che ci circondano e delle nostre cecità e pre-giudizi, sono le immagini che riscattano gli oggetti dalla loro banalizzazione. L’attenzione artistica all’obiettivo e il gusto della scoperta, della conoscenza e della bellezza sono il metodo selettivo. Seguire itinerari di visione che vanno dal materiale all’immateriale e viceversa apre lo sguardo alla complessa ma complessiva realtà.

Mettere insieme e mescolare in un granaio beni e servizi, oggetti materiali della civiltà contadina e progetti di servizi sanitari per imparare a “vedere” le cose

Di seguito si riporta l’esempio dei due primi oggetti su cui sono state fatte le prove iniziali di metodo del progetto infoGRANAIO. Un evento e una cosa fisica che raccontano esperienze, pensieri, problemi. Opere frutto di prove e conquiste di soluzioni. 

Il CASO del PERCORSO DIAGNOSTICO TERAPEUTICO (PDT)

Secondo i criteri di classificazione adattati (vedi il richiamato “Documento di partenza”) questo oggetto è così inquadrato: CATEGORIA “PERCORSI DIAGNOSTICI TERAPEUTICI”; CLASSE “SERVIZI SANITARI e SOCIALI”; SEZIONE “ATTIVITÀ SOCIALI”; AREA “OGGETTI IMMATERIALI”.

Operare per percorsi di cura a fronte di una malattia grave e non solo per processi è uno degli snodi organizzativi dei nuovi servizi ospedalieri. I percorsi con i relativi eventi sono descritti con flow-chart, procedure organizzative, mappe, grafici e tabelle. Essi narrano il perseguimento del fine salute, le esperienze e gli esiti di percorsi di cura delle malattie e delle disabilità in ospedale e dopo l’ospedale. L’obbiettivo è la produzione e messa a disposizione di supporti, procedure organizzative e algoritmi decisionali (Clinical Decision Support System). L’esperienza di questo oggetto immateriale si basa soprattutto sul modello clinico ICD-ICF di cura sperimentato all’IRCCS Maugeri (vedi PDT, PDTA Ictus, PDTA tumore al seno, ecc.).

L’obiettivo dei PDTA raccolti nell’infoGRANAIO

Un Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale o PDTA di riferimento è, in primo luogo, uno schema per un progetto o PDTA personalizzato. Quest’ultimo, se frutto di studio, aggiornamenti e verifiche, è un progetto d’alto artigianato professionale medico e assistenziale. Esso merita spesso di diventare la traccia per la narrazione di emozioni e di un’esperienza artistica di servizio condivisa tra paziente e operatori.

L’oggetto PDTA, che possiamo identificare quale servizio o fatto organizzativo o esperienza fondamentale di vita, è un seme per chi opera in sanità. Il suo funzionamento con la valutazione dei relativi esiti ne determina il continuo miglioramento.  

I PDTA di riferimento raccolti nell’infoGRANAIO  hanno tre finalità:

  1. Censire i PDTA ospedalieri e domiciliari post-ospedalieri specialistici e riabilitativi (schemi e mappe) disponibili in internet o frutto del lavoro svolto in ospedali;

  2. Valutare la casistica degli esiti dei PDTA attuativi in termini di sopravvivenza e autonomia del paziente;

  3. Progettare una APP  NAVIGATORE PER PERCORSI DI CURE POST-RICOVERO ad uso di pazienti e operatori.

Il CASO dello SPECCHIO 

Criterio di Classificazione applicato: CATEGORIA “IGIENE e CURA PERSONALE”; CLASSE ” CURA DELLA PERSONA”; SEZIONE “ATTIVITÀ’ QUOTIDIANE”; AREA “OGGETTI MATERIALI”

Uno specchio, quale esempio di oggetto materiale comune, potrebbe comunque essere inserito anche nella CategoriaARREDI e SUPPELLETTILI” o, se considerato solo come immagine, nella Categoria “RAPPRESENTAZIONE EVENTI, SPERANZE, MIRTI e RITI” dell’AREA “OGGETTI IMMATERIALI”. Lo specchio può essere sicuramente un seme interessante, almeno in quanto “arnese che riflette”. Esso fornisce copie di sé e del mondo, selfie in continuo. E’ un simbolo e all’origine di miti nelle diverse civiltà del passato. Pone inviti e domande sul “conosci te stesso”, sui propri limiti. Serve inoltre per truccarsi o farsi la barba, o per fare segnali di luce e giochi di specchi. Assume diverse conformazioni a secondo degli usi, soprattutto se combinato con altri oggetti e sensori. La funzione di ciascun specchio è leggibile e codificabile in vari modi, secondo sguardi ontologici, storici, artistici “arredatori”, paesistici, tecnici applicativi. Scontato l’interesse collezionistico, sembra interessante indagare la funzione complessa di riflesso e di inganno della realtà propria di uno specchio. 

I PASSAGGI fatti per la messa a catalogo degli OGGETTI IMMATERIALI e MATERIALI

A. Apertura della SCHEDA di CATALOGAZIONE. Foto e dati. 

B1. Identificazione delle FUNZIONI, degli obiettivi e delle ESPERIENZE di EFFICACIA, o dell’arte della cura, espresse dalla cosa.

B2. Analisi della domanda espressa e potenziale dell’oggetto, dei servizi informativi e di progettazione connessi. Identificazione di altri eventuali oggetti simili.

C1. Rilievo e ri-elaborazione dell’immagine digitalizzata, ricerca e identificazione della FORMA e del DISEGNO CONCETTUALE. Analisi dell caratteristiche comuni con altri oggetti reperibili come immagini e dati in internet. Associazioni con altri oggetti. Riconoscimento e rilievo di caratteristiche ed elementi di “valore artistico” o di arte funzionale. Nel caso dello specchio: “Black mirror”, carattere iconico o simbolo di “Specchio delle mie brame … Chi è la + bella del reame?”. 

C2. Identificazione del CODICE SW dell’oggetto, del dato di simulazione progettuale o di uso operativo.

PRIME CONCLUSIONI

I due esempi riportati attestano, oltre alla complessità e alla difficoltà scontate della formula “ARTE della CURA”, una grande incertezza sull’utilità della raccolta delle due tipologie di cose. Quale significato può avere un sito virtuale e fisico di oggetti poveri, immateriali e materiali, cioè una vecchia Corte agricola senza padrone che rispecchi un Sito web di figurazioni e viceversa? Serve veramente per curiosare o indagare che cosa vuol dire quel che guardiamo?

Permangono pertanto le quattro questioni di seguito indicate da continuare a tener presente e a cui cercare di rispondere.

Quali oggetti?

Quali sezioni tematiche di oggetti sviluppare? Indagare in contemporanea le varie tipologie di oggetti, sia tangibili sia concettuali e sociali, è di aiuto o di ostacolo? L’obiettivo, il disegno concettuale degli oggetti emerge meglio da quelli fisici? Come selezionare cose povere esemplari, significanti l’arte della cura?

Quale utilità e quali raffigurazioni

Data per condivisa la funzione informativa, di modellistica ontologica e di progettazione digitale concettuale, chi sono i professionisti, gli specialisti interessati? Per quali usi? Con quali raffigurazioni concettuali? Come evitare di fare dell’infoGRANAIO un deposito di oggetti obsoleti, immagini del passato o narrazioni visive pseudo-artistiche? Riciclare qualche oggetto fisico può essere un invito, un buon esempio per riciclare e aggiornare concetti, percorsi, sguardi, idee, procedure, processi creativi? Con quale domanda?

Quali codici software esplicitare e quali progetti perseguire?

Il nuovo motore del funzionamento del mondo, della società dell’informazione, è il software, così come l’elettricità e il motore a combustione lo sono stati della società industriale. Gli essenziali oggetti sociali, i servizi, sono  sono documenti fatti di informazioni. Il codice software assume forme e operatività diverse. Negli oggetti materiali il codice software, oltre a presidiare il ciclo produttivo e a identificare l’oggetto stesso (vedi codice QR), può servire a gestire relazioni tra oggetti. Come mettere in atto un sistema di codici digitali degli oggetti in continuo aggiornamento? Quale arte, quale trasparenza e quale privacy a fronte della diffusione e della protezione dei dati sugli oggetti per l’accesso (vedi Access Control List) ala piattaforma?

Quali associazioni tra gli oggetti sono più efficaci per alimentare oltre alla “Grammatica della fantasia” la lettura del disegno concettuale delle cose?

Le risposte a queste domande non possono che venire dalle esperienze, dalle reazioni di chi visita e utilizza il sito, dalle persone interessate a progettare oggetti con arte della cura.

                                                                                                                                                                                                                                                                                                                        GG – ottobre 2019[/restrict]