Le COSE portano dentro una VISIONE e un PROGETTO
Viaggiare con la mente per imparare a vedere l’arte delle cose
1. Guardare non vuol dire VEDERE.
In questo sito non si vende e non si compra niente, ma sono raccolte figure e informazioni su beni e servizi che incontriamo spesso quotidiananmente, per riconoscerli e avvicinarci il più possibile così da intravederne il senso o almeno coglierne l’obiettivo, la libertà di espressione, il messaggio.
La curiosità per l’arte delle cose comuni fatte con cura, di quelle che traggono spunto sia dalla natura sia da altre opere, ha portato a vedere e recensire finestre, giocattoli, veneri, mappe, paesaggi e così via. Cose che abbiamo attorno, non turistiche e che richiedono un altro tipo di viaggio. Un viaggio nelle cose.
Mi sono proposto di individuare e scegliere tra tanti OGGETTI quelli da interrogare o che ci interrogano, di annotarli e di impachettarli in immagini alla Cristo per vederli meglio. Opere che dicono di uno sguardo di persone al mondo, che introducono al vedere l’arte della cura o arte degli OBIETTIVI delle cose. Oggetti materiali e Oggetti immateriali diventano esemplari di un concetto, del rapporto tra cultura e natura, di un progetto, di cosa sia o non sia l’arte.
Danno corpo ad un’intuizione che ci obbliga a scegliere da che parte stare.
2. Dopo aver visto, conosciuto un oggetto, esso o egli non è più come prima
Ciascun oggetto rilevato dtermina possibili percorsi-visita o viaggi personalizzabili. Link di approfondimento, confronti con altri oggetti, commenti e valutazioni sottopongono ogni oggetto ad una specie di tramoggia selettiva.
Guardare per vedere oggetti è un’operazione complessa, dipende da attenzione e competenza, investe il riprodurre, il fotografare, il cercarnee il fine nel piccolo della cosa e nel grande del contesto. Essa presuppone il pensare visivamente, l’osservare, il classificare, il confrontarsi, il progettare e l’apprendere a apprezzare e a fare apprezzare il veduto, lo scoprire.
Per confrontarsi è utile un metodo di:
- rilevazione, valutazione e selezione di oggetti in quanto tali con criteri di “visione” e di recensione condivisi;
- registrazione, concettualizzazione e raffigurazione dell’oggetto e dei suoi obiettivi, dell’interfaccia utenti o codice software che fa sì che anche le immagini delle cose diventino oggi a portata di mano come degli elettrodomestici;
- integrazione di mestieri e condivisione di ricerche per la re-visione di oggetti materiali e soprattutto di oggetti sociali quali i servizi, le politiche, le campagne di osservazione per la salvaguardia e la valorizzazione di beni comuni.
La concettualizzazione, la valutazione del livello dell’EFFICACIA artistica delle opere, la loro visione e re-visione sono dirette non tanto a guardare ma a vedere, a incontrare il mondo degli oggetti-concetto, non solo l’utilità ma la bellezza e la bruttezza della realtà che le opere umane esprimono. È per questo che ce le rappresentiamo e che parlano di noi.
3. Le opere, lo spazio e il tempo
Le opere umane sono sempre tra l’essere e il dovere essere, tra lo sguardo della realtà e l’azione, il possibile cambiamento. Trasmettono un messaggio solo nell’attualità, in un determinato contesto e momento e con una determinata configurazione, ma a volte durano nel tempo.
Ad esempio una politica è fatta di programmi da monitorare e aggiornare in funzione di determinate situazioni. Un percorso di cura, progettato in base a Linee Guida che cambiano, se non è di precisione e efficacemente personalizzato da professionisti competenti non è relazione di cura, ma solo compassione o, peggio, tecnicismo.
Le bottiglie dei quadri di G. Morandi sono una rappresentazione di oggetti fatti dall’uomo, realtà raffigurate che permangono anche dopo la morte di chi le ha fatte e di chi le ha rappresentate in un quadro. Le bottiglie del quadro non rivelano il loro senso, ma sono un interrogativo e un’affermazione dell’impossibilità di una risposta.
Il valore storico di una politica o di una cura, le cui riproposizioni richiedono continui aggiornamenti e personalizzazioni, da un lato, e il permanere nel tempo del messaggio delle bottiglie, dall’altro, esemplificano il rapporto ecologico delle cose con il mondo. La relazione con il presente, con il passato e con il futuro, oltre che con gli altri oggetti, la direzione, il senso politico delle cose.
4. Le cose oggettivano MESSAGGI e esperienze dell’arte del vivere
VEDERE le cose (rimuginarle, concettualizzarle) e RAFFIGURARLE, dare forme espressive – visive, scritte, sonore, ballate – agli oggetti immateriali e materiali è fare esperienze, sbugiardare le ipocrisie. Immaginare associazioni di cose, progetti, proiezioni da prospettive diverse, così che “da cosa nasca cosa“ (B. Munari).
Un sito dove depositare cose che intrigano, per raccogliere attività sociali, artistiche, ricordi, algoritmi e codici software che documentano emozioni e esperienze, oggetti che parlano di noi e che sono diventati digitali.
Le opere selezionate e presentate sono opinabili come esemplarità dell’arte della cura. Indicano il bisogno di appuntare una rivelazione, l’interesse per un possibole dialogo diretto a condividere sguardi e raffigurazioni concettuali di oggetti (si veda, ad esempio, l’oggetto BUROCRAZIA a cui fanno riferimento i progetti della Raccolta di casi di Stupidità burocratica o del Nuovo Paesaggio Agrario).
RINGRAZIAMENTI
Sono debitore per le idee proposte – vedi in particolare Politiche, Percorsi di cura e l’Osservatorio Ecologico delle Cose Investite dal digitale – oltre che a buone letture, a amici e a persone con cui ho avuto la fortuna e il piacere di progettare cose. GRAZIE.
Gianni GIORGI

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3 Comments
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Voglio limitarmi all’originalità dell’idea che ci conduce ad una riflessione di utilità del trovato. Quello che ci dicono gli oggetti materiali e immateriali, è accolto nei linguaggi artistico utilitaristico scaturiti dall’intelligenza dell’uomo e dalla sua creatività evolutiva nei tempi. Oggetti materiali in quanto trasudano l’essenza tecnica al servizio dell’uomo e immateriali in quanto rappresentano l’anima dell’opera che emigra in chi l’ammira
Grazie Renzo. Ho revisionato il testo dell’articolo.
Da approfondire ulteriormente il modo di assemblare le immagini degli oggetti prese da prospettive diverse.