PAESAGGIO
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Evoluzione del PAESAGGIO AGRARIO nel XX secolo
Il paesagggio agrario è NATURA e CULTURA insieme, un modo di intendere la natura, di percepirla, di immaginarla, di cogliere i segni della presenza umana nel tempo.
L’immagine rappresenta la progressiva desertificazione della campagna italiana. Un paesaggio senza abitati, come se l’urbano non facesse e faccia parte del paesaggio.
Il territorio, fatto di realtà agricole e urbane in continuo mutamento, sta ulteriormente perdendo gli antichi giardini delle diversità geografiche. Prevalgono periferie, capannoni, villini, ruderi, villaggi semivuoti (già Heimat), allevamenti ingigantiti, campi piallati come bigliardi per far correre macchinari digitali, alberazioni da frutto e ortaggi impacchettati alla nascita, pianure, coste, montagne “solatie” cementificate e asfaltate. Un insieme di ambienti interdipendenti dove collettivi umani e non umani condividono l’evoluzione e la salute, il clima e la biodiversità, gli odori del cielo e della terra.
Il bel paesaggio agrario italiano, già campagna frutto di secolari disboscamenti, bonifiche e piantumazioni ordinate, è quasi scomparso lasciando in giro qualche relitto per nostalgici e turisti.
I terreni agricoli sono di fatto classificati amministrativamente come zone destinate a culture industrializzate per lo più monospecialistiche, cioè industriali, comprese tra aree urbanizzate e aree boschive neglette.
In Europa, ma non solo, si è andata profilando una CITTÀ DIFFUSA o, meglo, una PERIFERIA pervasiva, una rete di nodi urbani sottoposti alla logica finanziaria capitalista dei terreni. Le “Comunanze” – spesso chiuse in sé stesse, miopi, illusoriamente autonomiste o anche sovraniste – sono alle prese con i forti interessi economici che generano appiattimenti: aria, acque, suoli e menti inquinati.
Sopra: VITE MARITATA (relitto agricolo). Sotto: CASE MARITATE (casette con grattacieli)
Il PAESAGGIO, dipinto o fotografato, una finestra a cui affacciarsi con sguardo contemplativo, un orizzonte, è un falso. Ci siamo dentro. È reale, è vivo e attivo. “Quel luogo siamo un pò anche noi.” Un TERRITORIO sentimentale e specifico che ci costituisce e ci ospita senza, se del caso, indignarsi o farci indignare. Esso dà forma al nostro pensare le relazioni, alle responsabilità dell’agire.
# Il FILO a PIOMBO delle ANALOGIE: “Dal CONCRETO al SIMBOLICO e al CONCETTUALE”
LINK A SITI su AMBIENTE e PAESAGGIO: https://www.archive-arn.fr/
https://www.youtube.com/watch?v=eTbH5RWb66o&feature=youtu.be
Arcadia (v. in HEIMAT i villaggi “luoghi di ipocrisie e ottusità” contrapposti alle metropoli “giungle di opportunità e solitudini”)

1 recensione per PAESAGGIO
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ig –
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