CIBO
€1
Tortelli di Zucca
Piatto tradizionale mantovano della cena della Vigilia di Natale di cui ogni famiglia deteneva orgogliosamente una sua tradizionale ricetta trasmessa di madre in figlia.
La ricetta del piatto era e, ancora in certe famiglie, è un segreto della cuoca. Ogni volta è cucinato con sfumature diverse in relazione agli ingredienti disponibili e alle loro qualità. La vera ricetta è desumibile solo a posteriori. Essa ha comunque alcune costanti comuni – con specificità nelle diverse aree territoriali del mantavano e zone limitrofe (la bassa al di qua della fiuma, la città, l’alto mantovano) – riguardanti sia il modo di preparare il ripieno, sia di fare la pasta, sia di confezionare il tortello, sia del condimento usato per assonanza (burro) o per contrasto (pomodoro, salsiccia, trito di verdure, ecc.).
Cibo che diventa pasto, vera performance d’artista che mette insieme CULTURA e NATURA, modo di marcare uno stare insieme della famiglia, convivio. Oggetto MATERIALE che riporta ad un un rito, ad un oggetto IMMATERIALE.
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Livello EFFICACIA artistica proposto: 4 - ALTO
Supporto: N.S. (digitale)
Territorio di origine: Mantova
Anno: 1600
Epoca/Stile/Periodo: Rinascimento
Focus: Dal PIATTO alla RICETTA e dalla RICETTA al PIATO. Questa sequenza, vera performance di arte culinaria, che si è ripetuta nel tempo infinite volte è diventata la formula con cui si esprime il genius loci o l'appartenenza affettiva alla tradizione di un territorio.
TRADIZIONE/INNOVAZIONE: ○○○○●
FUNZIONALITÀ OPERATIVA: ▶︎
IN-SOSTENIBILITÀ: ♣︎♣︎
Esperienze di efficacia: La ricetta è un'utopia e corrisponde ai gusti della "RASDORA". Il ricordo si rianima al gusto del sapore dolce della zucca esaltato dal condimento per contrasto con verdurine miste.
Dati tecnici e CONSIDERAZIONI:
Nella Bassa, il pesto contenuto nel fagottino di pasta, fatto a forma di cappello, ha come ingrediente base la zucca che, se buona al tocco, non ha bisogno di aggiunte. In caso contrario una possibile aggiunta tradizionale è l’amaretto e un accenno di mostarda.
Piatto espressivo della genetica di un territorio e dell’epigenitica culturale (cioè che sta sopra al “dna culturale”) di una comunità contadina. Storia esemplare di un oggetto che non può che nascere in un luogo specifico e in condizioni materiali e culturali determinate, frutto della fantasia di una donna o di più donne insieme, rielaborato e consolidato con dettagli personalizzati ad ogni pasto che ne fanno la bellezza.
Funzione principale:

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